Castellina Marittima, l’alabastro e le storie dei cavaioli
Borgo di Castellina Marittima
L’anima di questo paese è legata alle viscere della terra e al duro lavoro dei cavaioli per estrarre l’alabastro e creare oggetti davvero prestigiosi
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Borgo di Castellina Marittima

Castellina Marittima (Pi)

Immersa nel verde della macchia mediterranea e incastonata tra rocce di galestro rosso, Castellina Marittima è un piccolo borgo dal quale è possibile ammirare le isole dell’arcipelago toscano: Elba, Capraia, Gorgona e Corsica.

Fin dai tempi della civiltà etrusco-romana, l’alabastro è stato un elemento primario dell’economia di Castellina e dei territori circostanti, tanto che per generazioni i “cavaioli” si sono dati il cambio per penetrare le viscere della terra e trovare quel prezioso minerale che, una volta lavorato, ha permesso di realizzare oggetti di grande prestigio artistico.

Le cave di Castellina e di Santa Luce sono chiuse da anni, e rimangono attive due sole cave: una in località Cipollone, l’altra vicino a Pomarance.

La memoria storica di questa pietra ricercata è a Castellina, nel punto museale dedicato all’itinerario della escavazione, nell’ex Palazzo Opera “Massimino Carrai” dove è possibile conoscere la vita dei cavatori e la cultura popolare della comunità locale.

Tra i monumenti di interesse da visitare: la Chiesa di San Giovanni Battista, al cui interno sono presenti due colonne in alabastro, la Pieve di San Giovanni Decollatoe le due Abbazie di San Quirico a Moxi e di San Salvatore a Moxi, di cui oggi rimangono solo ruderi.

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